Napoli-Milan non è mai stata una sfida banale e – deo gratias – non lo sarà mai. Per storia, cultura e identità. Di fronte due compagini ai poli opposti, eppure storicamente così vicine a quell’ideale di gioco di estrema bellezza, sconosciuto ai più. È “La grande bellezza” del calcio italiano: non un derby, ma una partita da fuoco e fiamme. Un match che non varrà mai solo tre punti.

20-11-20 – Non sono i numeri del lotto, ma una data ben precisa che aiuta a capire l’importanza del match che ci apprestiamo a vivere domenica, alle 20.45 al San Paolo. Milan primo in classifica con tre punti di vantaggio sul Napoli. Azzurri terzi insieme alla Roma, nonostante il punto di penalizzazione e la sconfitta a tavolino contro la Juventus. Il diavolo si presenterà al San Paolo da imbattuto in campionato, trascinato dalle magie del solito, implacabile, immarcescibile, Zlatan Ibrahimovic. Capocannoniere a 39 anni in A, pronto a scrivere ancora una pagina di storia. Quella storia, recente, che vede il Milan non vincere a Napoli da dieci anni: era il 25 Ottobre del 2010, l’anno dell’ultimo scudetto rossonero. Allora finì 2-1 con le reti di Robinho e… ovviamente del fenomeno svedese.

In campo c’era Bonera, che sarà in panchina contro il Napoli, a causa delle defezioni di Pioli e Murelli. Ed anche Gattuso, che, invece, siede sulla panchina degli azzurri. Gattuso ha vissuto col Milan una delle storie più belle e vere d’amore. Persino nelle difficoltà l’attaccamento verso i colori del diavolo ha sempre avuto la meglio. Almeno per Rino.

Rivincita? Probabilmente no. Gattuso ha saputo risollevare un Napoli senza identità e portarlo ad essere squadra, cambiando modulo e azzardando un 4-2-3-1 che mette in risalto la qualità offensiva dei partenopei. Il Napoli, oggi, grazie al meticoloso lavoro del suo tecnico è una squadra che può lottare per obiettivi importanti. Una squadra che gioca con tranquillità e conscia dei propri mezzi tecnici. Simbolo – a mio avviso – della rinascita azzurra, dopo una pessima passata stagione, è stata la partita contro la Real Sociedad. Gli azzurri hanno subito – e probabilmente non meritavano la vittoria- ma hanno dimostrato compattezza e solidità tattica. Non passi in secondo piano, infatti, la mano di Gattuso nello schieramento in campo: gli azzurri tatticamente sono una squadra importante, così come lo era il Milan di Gennaro. La partita in terra basca dimostra che il Napoli sa adattarsi anche all’avversario, conosce se stesso, i propri limiti anche, ed è una delle qualità migliori che una squadra possa avere.

Domenica si accenderanno le luci sul prato verde del San Paolo e ci si augura di assistere ad un grande spettacolo. Le due squadre sono in salute, forti, hanno potenziali offensivi straordinari e giocano con lo stesso modulo, anche se sviluppato in maniera differente. Sarà Mertens contro Ibra, Bakayoko contro il suo amico Kessiè, Ruiz contro Bennacer. Entrambe le compagini sognano qualcosa in più rispetto ai propri obiettivi stagionali e domenica sarà il primo vero banco di prova: una sfida da non sbagliare. E nonostante le assenze di Osimhen e Leao – i due ex Lille non ci saranno – al San Paolo andrà in scena un big match importante tra due filosofie di gioco e due poli opposti. Che sembrano lontanissimi, eppure sono così vicini da sembrare fiamme delle stesso fuoco. Tra gloria, tabù da sfatare e sogni.

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