Non solo Diego Armando Maradona. Tra i personaggi che hanno segnato la Napoli degli anni ’80 c’è anche il cantante Nino D’Angelo, intervistato – nel ricordo de El Pibe de Oro – da La Gazzetta dello Sport: “Quando Diego è venuto a Napoli ha visto i manifesti per strada con un cuore e due volti, il mio e il suo: “Napule tre cose tene ‘e bell: Maradona, Nino D’Angelo e ‘e sfugliatell”… Pensava che fossi uno in cerca di pubblicità, era il periodo della mia più grande popolarità. Mi chiamò il Napoli e mi disse che voleva conoscermi: mi ha invitato allo stadio e siamo diventati amici. Oltre al successo, da malato di calcio, e tifoso del Napoli, ho avuto il privilegio di diventare amico di Maradona. Lui era un antidivo: divo per forza, non perché lo voleva lui. Lo amavo come calciatore, ho imparato a conoscere bene l’uomo ed era una persona straordinaria. Diego era di tutti, era la Napoli borghese e popolare. Diego amava la gente piccola, quelli che nascono per perdere. Finisce la persona, ma la leggenda non muore mai. Rivedo quel gol su punizione in area alla Juve, a 10 metri dalla porta, con la barriera a 5 metri: come si fa a segnare? Era l’artista del pallone, un calciatore infinito. È mancato il più grande”.

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