Il portiere crociato Gianluigi Buffon ha commentato il prolungamento di contratto fino al 2024 con il Parma Calcio 1913, durante la conferenza stampa allo stadio Ennio Tardini.

“Questa è una bella giornata per me, per la mia famiglia, per il mio procuratore. Alla fine è successo quello che volevo, che penso volesse il presidente e che mi auguro volessero i tifosi e la città. Il mio ritorno a Parma è stato inevitabilmente condizionato da un legame profondo che ho sempre avuto con la gente di Parma, oltre che dal grandissimo entusiasmo e dalla grandissima onestà di una persona come il presidente. In questo momento diventava importante dopo 7 mesi fatti personalmente abbastanza bene e in maniera convincente, credo fosse un atto di responsabilità nei confronti della città e della società dare la mia totale apertura e adesione a questo prolungamento. Secondo me, al di là del futuro, per il ruolo che ho avuto quest’anno e che avrò era importante dare segnali di forza e compattezza all’esterno, di convinzione del credere in quel che stiamo facendo. Se non avessi creduto in ciò e in quel che Krause ha in testa non avrei accettato questo tipo di proposta. Non sento il bisogno di altre sfide superflue e inutili, questa è una sfida bella e ancora entusiasmante, che voglio fare con tutta la città, questi dirigenti e questo presidente, sento che posso dare una grande mano: chi più ha, più deve dare”.

“Lavorando con persone di grande successo, che hanno entusiasmo e ambizione come il presidente, credo ci possa anche stare il fatto di non riuscire ad avere immediatamente quel che si vuole; ma quando si ha chiara la visione, dopo un primo assestamento la strada che imbocchi è quella che ti porta ai risultati che non hai ottenuto in precedenza. Negli ultimi 3-4 mesi ho percepito questo, abbiamo linee guida certe e piano piano stiamo spingendo questa macchina verso i traguardi che ci siamo posti. Sarebbe stato un peccato tirarmi indietro: farlo non mi piace, soprattutto se sto bene e credo nelle persone in cui lavoro”.

“Non ho fatto alcun pensiero al dopo, per me è dispendioso rimanere concentrato solo sul mio lavoro da calciatore e non voglio avere alcun rimpianto o sperperare alcuna energia. Sto ragionando solo da calciatore e farò così fino all’ultimo giorno, poi avrò modo di pensare al resto: le responsabilità sono tante, le sento sulle spalle e ho bisogno delle migliori energie”.

“Quando abbiamo deciso di cominciare questa avventura c’era bisogno di segnali forti, di entusiasmo, ma anche di metter da parte una certa mestizia creata nella gente di Parma e anche nei giornalisti: ogni tanto la gente quando sono in giro cerca di spronarmi ma c’è spesso un richiamo alla sfortuna. Noi dobbiamo liberarci da tutto ciò e pensare come fosse l’anno zero. La garanzia più grande è avere un presidente così ambizioso. Gli errori li facciamo tutti, chi non fa non sbaglia, ma trovare una situazione così di certezza e di forte proposizione come quella che il presidente vuol dare al Parma è difficile da trovare in Italia. Dobbiamo metterci le migliori energie in questo percorso: se ci riesco io che ho 44 anni mi auguro che il giovane, sia tifoso che giocatore, possa vedere il buono che c’è davanti a noi. Si tratta di avere la lucidità per capire con chi si ha a che fare, per questo sono ancora qua”.

“Dal mio rinnovo non ci sarà alcun tipo di condizionamento, né positivo né negativo: siamo entrati nel percorso, stiamo percorrendo una strada positiva, non so se potrà dare certezze ulteriori, per quel che sarà il finale di campionato l’indirizzo che abbiamo preso da un mesetto è un indirizzo buono. Se dovessimo vincere a Monza sicuramente si riaprirebbero degli scenari diversi e importanti, più entusiasmanti, ma obiettivamente sarei già felice di una conferma di prestazione: questo sarebbe ciò di cui necessitiamo, far vedere che le ultime gare – sebbene con qualche sconfitta in mezzo – disegnano una evoluzione, un miglioramento. Appena riusciamo a fare un certo tipo di prestazioni è difficile tornare a casa senza punti, mi interesserà avere una conferma di segnali dalla squadra in un match così importante. Il rinnovo l’ho fatto perché quando sono arrivato, sebbene non avessimo dubbi su quel che potessi dare, volevo mettermi alla prova e vedere se ciò che pensavo di me trovasse riscontro in campo. Mi sembra che ci sia stato il riscontro, sulla base di questo senso di responsabilità della quale ho avuto bisogno per tutta la vita per poter spingere il cuore oltre l’ostacolo. Questa sfida e questa responsabilità è un qualcosa che mi stimola tanto e che non voglio perdere, se non dovessi vincerla e amen, ma ho il solo pensiero di arrivare all’obiettivo, mi sento la forza di chi sa che ce la potrà fare e farlo bene, se poi non me la sentissi più tornerei a casa, voglio stare qui per fare qualcosa e fare bene”.

“Le problematiche che possiamo aver avuto penso siano state figlie dello scoramento, delle scorie negative della passata stagione: ti lascia qualcosa nell’animo una stagione deludente come quella passata. Molti ragazzi l’hanno patita e vissuta sulla propria pelle, quest’anno inizialmente hanno avuto questo tipo di difficoltà. Il mio comportamento è molto lineare per quello che è il mio carattere e modo di fare, ora che sono il più grande dello spogliatoio credo che la mia responsabilità sia quella di difendere fino a prova contraria i miei compagni ma l’ho sempre fatto anche quando ero più ragazzo, è una cosa che sento dentro e che aiuta il legame nello spogliatoio tra i giocatori“.

“Sono ottimista per il futuro del Parma, perché ho conosciuto Krause. Sono in una posizione curiosa, al di là di alcune prestazioni non convincenti come ci aspettavamo ho avuto la percezione dal campo nell’ultimo mese e mezzo di giocare in una squadra. Puoi anche perdere ma hai un senso di unità, un’idea anche negli errori che fai, questo l’ho percepito subito e mi ha rinfrancato: anche se perdo sto giocando in una squadra, inizialmente eravamo tutti un po’ disorientati, c’era la sensazione di una squadra che sbandava e da portiere queste cose le percepisci subito. Per me vuol dire tanto, in campo sono l’ultimo baluardo e vedo tutto, questo lo dico al di là di di vittorie e sconfitte. L’autocelebrazione non è una cosa che mi piace, mi spiace quando uno giudica solo per la carta d’identità e tralascia quello che si fa vedere in campo, quel che sto facendo vedere negli ultimi anni parla da solo“.

“Come avevo detto quando sono tornato qui, mi dispiaceva che della mia vita i figli non conoscessero la parentesi Parma: era un patrimonio che volevo ridare a loro perché dovevano percepire cosa significasse per me. Oggi ho la fortuna di averli qui e vederli con il maglione del Parma e che si informano del Parma vuol dire che hanno percepito quanto sia importante, è un qualcosa che mi fa dire con certezza che ho fatto la scelta giusta, ora cerchiamo di vincere anche sul campo“.

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