“Si sono ormai conclusi i Giochi del mediterraneo. Il prestigioso evento internazionale ha regalato all’Italia ben 10 medaglie (3 ori, 3 argenti e 4 bronzi). La squadra Azzurra ha dimostrato, ancora una volta, di poter competere ad alti livelli e questo nonostante discutibili verdetti che hanno negato ulteriori soddisfazioni. Da buon manager non posso esimermi – al fine di una completa verifica ed analisi del risultato – ad una comparazione con le passate edizioni dei Giochi del mediterraneo. Rispetto all’edizione del 2018 – dove l’Italia conquistò solo 4 medaglie (2 ori, 1 argento ed 1 bronzo) – siamo cresciuti del 150% sul medagliere totale. Non mi sembra poco!!

Nell’edizione del 2013 l’Italia pugilistica vinse 7 medaglie (2 ori, 1 argento e 4 bronzi). Quell’Italia vantava ancora pugili del calibro di Cammarelle, Picardi ed un giovane, promettente Turchi. Nonostante ciò, l’attuale squadra Azzurra ha conseguito più medaglie (circa il 43% in più), più ori e più argenti. Per trovare più medaglie d’oro è necessario risalire all’edizione del 2009, che si svolse a Pescara, in cui l’Italia conquistò 8 medaglie (4 ori e 4 bronzi). Quella squadra Azzurra era fortissima ma quella attuale non è da meno.Siamo tornati a quei livelli eccelsi e senza ingiustificabili verdetti avremmo sicuramente più medaglie e più ori.

Arriviamo quindi al punto dolente: i verdetti! Al riguardo, mi domando se sia giusto, in un torneo prestigioso come i Giochi del mediterraneo, mettere una giuria da 3 giudici invece dei 5 previsti, la cui maggioranza sia di nazionalità del Paese ospitante! Per adesso passi ma la Federazione Pugilistica Italiana non tollererá più, in un eventi futuri che dovessero coinvolgere la Nazionale Azzurra, tali criticità. Ciò nel rispetto dei nostri atleti e di tutto il movimento pugilistico italiano”.

Il Presidente Fpi, Dott. Flavio D’Ambrosi

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