A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Marco Bucciantini, giornalista di Sky. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Impressioni sul Mondiale? “Sto seguendo la competizione, stanno crescendo Inghilterra ed Olanda. Bisogna considerare che le nazionali si sono ritrovate una settimana prima dell’avvio del torneo, ma lentamente stanno emergendo le squadre più forti. Come prima impressione, Spagna e Brasile mi hanno sorpreso, ma anche le nazionali olandese ed inglese. Si sapeva già che la nazionale di Van Gaal avrebbe avuto un ottavo facile, sapeva che poteva crescere a lungo andare”.

Dicotomia tra l’incontro delle diverse popolazioni nel torneo e la violazione dei diritti umani del Qatar? “Il problema dei diritti umani è sempre stato presente, anche tanto tempo fa, doveva riguardare tutto il mondo. È un sopruso, questo Mondiale è un marchettone. I soldi nel calcio servono ad aumentare i debiti, soprattutto se non si calano i costi e la Fifa è a conoscenza di ciò. È un torneo arrivato dietro ad un’enorme corruzione per rimediare ai debiti. Ma nel calcio ogni anno aumentano i fatturati, e ciò è causato dall’incremento dei costi. Ci sono squadre che rinunciano al cartellino giallo o non protestano per la libertà del proprio paese come l’Iran: questa è la testimonianza delle differenze nel mondo, ma ciò non è sempre un valore positivo. È comodo stare nelle nostre democrazie non perfette, ma sicuramente superiore ad altre”.

Pensiero sulla situazione Juventus? “Sta succedendo che l’investimento della sua storia va analizzata nel periodo più drammatico del pianeta, cioè quello del Covid, il quale ha causato una guerra mondiale e diffusa, reprimendo il calcio. Il club si è poi preoccupato dei propri bilanci e la Procura sta indagando sul modo in cui sono stati chiusi. Le plusvalenze possono solo rimandere i reali problemi di una determinata squadra, diventerà anche una problematica sportiva compresi poi i processi. È una vicenda estremamente seria, queste dimissioni hanno assunto un valore di resa piuttosto rapida, ma anche di sconfitta di una classe dirigenziale, la quale ha finito per lasciare una società sotto indagine. Mi sembra ipocrita differenziare la parte sportiva da ciò che si verifica nel suo contorno. Sono decenni che il calcio finanzia i debiti, a parte le squadre degli sceicchi, i quali sono arrivati in concomitanza con l’assegnazione di questa edizione del Mondiale al Qatar. In questi dodici anni avevano il salvacondotto, per questo hanno avuto il permesso di investire tanto. La vicenda Juventus va monitorata in un contesto internazionale”.

Commento sul tempo effettivo? “Le cose vanno considerate nella loro completezza. Questo metodo è molto veloce, in Italia l’assegnazione del fuorigioco blocca il tempo per 4 minuti. Ci sarebbe tanto tempo da recuperare. Ma se si applicasse un metodo simile, una partita potrebbe terminare anche dopo circa 120 minuti. Il gol è un momento di grande dinamica emotiva, regala emozioni, è tempo attivo per gli spettatori. Andrebbero cancellate le perdite di tempo, andrebbe cambiata anche il modo di battere la rimessa laterale, stabilendo una determinata tempistica. Ogni regola andrebbe applicata ad inizio stagione, sebbene siano migliorative. Il tempo effettivo nel calcio è impossibile, introdurlo si rischierebbe di frammentare il calcio. Sicuramente è necessario dare continuità alla partita, la quale andrebbe giocata con poche interruzioni. Bisogna intervenire sull’antisportività in campo, sarebbe rilevante capire anche quanto possano essere esasperati gli animi in campo. Perdite del tempo e decisioni del Var: questi sono gli aspetti da migliorare”.

Spalletti si sta giocando una grande fetta di carriera quest’anno? “È vero, ma le squadre allenate da Luciano sono sempre arrivate vicine a vincere qualcosa di importante, soprattutto durante l’esperienza all’Inter. Spalletti ha risolto la situazione Icardi, il circo creato intorno all’argentino. Gli auguro di vincere solo per rimuovere la propria etichetta, perché è un grande allenatore. Attualmente è un artista soddisfatto per il suo quadro realizzato, sulla tela ci sono elementi anche migliori rispetto a quelli creati. Ha il fuoco dell’artista, vuole vedere il quadro perfetto. Se tutto questo gli permette di rimuovere quell’etichette di dosso proprio nella squadra azzurra, deciderà di restare lì. Se qualcuna può scegliere una piazza dove poter vincere un campionato, opterebbe proprio per Napoli per la gloria che conquisterebbe”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *