A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gianmatteo Mareggini, ex calciatore della Fiorentina ed attuale preparatore dei portieri italiani Under21.. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Giudizio sulla prestazione di Buffon con l’Inter? “È un’icona per gli aspiranti portieri. Nonostante gli anni, ha dimostrato che il talento non viene scalfito degli anni. Tanti tenteranno di emulare un calciatore simile”. Parere sulla stagione di Meret? “Il ruolo del portiere è molto particolare. Gli estremi difensori devono godere della fiducia della società, ma la componente mentale del calciatore è predominante. Meret è un giovane Buffon, è straordinario a livello tecnico. Aveva bisogno di tempo, attualmente i tifosi stanno conoscendo il suo valore. Menomale che è stato aspettato”. E Gollini? “Tutti ricordano di una gara del portiere, nel quale commise un errore. Resta un portiere importante, potrebbe giocare per qualsiasi squadra di Serie A”. Parere su Caprile? “È fortissimo, sono venuto a sapere dell’interesse del Napoli. È sicuro e consapevole, sto scoprendo Elia in Under 21. È un anno più giovane di Carnesecchi, il titolare ma della squadra, ma è molto forte”. Oggi forse si tende ad idolatrare tanto i giovani…”Adesso si tende ad andare alla ricerca dei calciatori, ma dobbiamo credere maggiormente nei giovani, le troppe aspettative dipendono anche dai tifosi e dall’opinione pubblica. Alcuni procuratori poi cavalcano l’onda, ma chi lavora nei club conosce il percorso e il reale valore di questi ragazzi. L’aspetto più difficile è legata alla reazione di questi giovani giocatori e dei loro genitori, può essere un’arma a doppio taglio. Queste dinamiche devono essere punti di partenza e non di arrivo. Il problema, tuttavia, non l’interesse del giocatore per il procuratore, ma viceversa”.

Scetticismo circa la bravura dello scouting italiano? “È un argomento da non giudicare, ma oggigiorno le squadre italiane si affidano molto ai procuratori. È tutto nelle loro mani. Prima erano presenti responsabili dei settori giovanili molto capillari. In Italia non scappava nulla in passato; costerebbe molto bene affidarsi ad un professionista, il quale svolgerebbe egli stesso il proprio operato, ma non sempre si ottiene un epilogo felice. Forse non è questo il percorso giusto, il calciatore dovrebbe trovarsi al centro del villaggio. Ma ad oggi il denaro non è distribuito nel migliore dei modi. Un esempio da seguire è l’Empoli, club di Corsi. Il settore giovanile sforna numerosi talenti, tutti italiani appartenenti alla società la quale lavora proprio per sviluppare questo punto di forza”.

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