Il metronomo del centrocampo dell’Italia, il ragionatore per eccellenza che smista palloni e crea le migliori trame di gioco sia in fase offensiva che difensiva, dispensando qualità e quantità al servizio dei compagni. Jorginho è l’anima di questa Nazionale ed è proprio lui che suona la carica per i quarti di finale venerdì sera contro il Belgio.

“La partita si stava mettendo male, contro un avversario molto organizzato. Ho visto la nostra squadra che si stava innervosendo e quindi ho cercato di aiutare i miei compagni a non perdere la testa, dicendo loro di stare tranquilli e di continuare a giocare come sapevamo. Adesso dobbiamo continuare a crederci: l’errore più grave sarebbe quello di pensare di aver già fatto qualcosa di grande. Professore? Mi fa ridere questo appellativo, ma mi fa piacere, perché vuol dire che mi ascoltano. Mancini è una persona molto tranquilla, che ci trasmette grande serenità. Crede in noi e questo sentimento noi lo percepiamo: ci trasmette fiducia, ci fa sentire forti. Ogni volta che canto l’inno prima delle gare, mi passano davanti agli occhi le immagini del percorso che ho affrontato per arrivare fino a qua: è un momento che sento particolarmente, rappresentare l’Italia è per me un’emozione grandissima. Qualcuno ha detto che potrei essere nel novero dei papabili per il Pallone d’oro se arrivassimo in fondo all’Europeo? Sinceramente non ci penso e poi la mia priorità è il bene del gruppo: gioire insieme, con tanti compagni e amici, è meglio che festeggiare da soli”.

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