A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mauro Bergonzi, ex arbitro internazionale ed attuale moviolista Mediaset. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.

Giudizi sulla giornata di Serie A?
“Ho potuto vedere soltanto Milan-Atalanta, ma non ho sentito di polemiche nelle altre gare. Mariani arbitra in modo autorevole ormai, una condotta da arbitro internazionale che si avvale anche della direzione della gara tra Barcellona e United al Camp Nou. Parliamo di un direttore di gara che gode di una grande autostima ed esperienza, con un metro riconosciuto anche dai giocatori. Dunque, il giudizio sulla gara di San Siro è sicuramente positivo, così come quello del Dall’Ara”
Le ottime prestazioni delle italiane in Europa denotano un cambiamento del nostro calcio nell’approccio a determinati metri arbitrali?
“Gli arbitri ‘top class’ italiani dirigono allo stesso modo sia in Italia che all’estero, e questo può influire in un certo modo sull’abitudine dei calciatori a determinati ritmi e metodologie. Si cerca di arbitrare, dunque, il meno possibile anche nel nostro campionato, con effetti benefici sui ritmi delle nostre gare. Massa ha una media in campionato di 24 falli fischiati per gara, mentre quella internazionale è di 18. Ciò favorisce un certo tipo di gara, la sua fluidità e godibilità. Il problema nasce quando i calciatori cominciano a protestare, a simulare e ad essere fallosi, determinando la necessità un cambio nel metro di direzione arbitrale”
Ci sono stati miglioramenti anche sulla frequenza ed intensità delle proteste?
“Gli arbitri hanno avuto un momento di scarsa forma, che ha determinato molte proteste e malumori. Ora, ritengo che le cose siano migliorate, e ne giova anche la riduzione delle suddette proteste. Vedo arbitri convinti e concentrati, ma soprattutto coerenti nelle proprie decisioni. La coerenza e l’equità di giudizio sono la cosa più importante, riconosciuta dai calciatori. I direttori di gara devono garantire tale equità, vista anche la delicatezza di ogni gara, ed essi riescono in questo compito”
Italia paese all’avanguardia sulle tecnologie arbitrali?
“L’Italia non è soltanto la prima federazione ad aver avuto il Var. Trent’anni fa si pensava già alla figura arbitrale che vediamo oggi, dell’atleta sempre presente sul campo ed adeguato ad un calcio che si velocizzava. SI decise una certa preparazione atletica per i direttori di gara, che permise ad essi di essere riconosciuti in tutto il mondo, grazie anche ad un grande lavoro sulla loro professionalità. Ricordo, inoltre, la goal line technology e le bandierine elettroniche. Vantiamo, dunque, una scuola all’avanguardia e di arbitri che possono dirsi i migliori al mondo”
Ricordi su Tavecchio, promotore del Var?
“Fa parte di quei dirigenti che hanno fatto il bene del nostro calcio. L’introduzione di quelle innovazione che hanno permesso di migliorare il sistema, ma anche di coadiuvare i nostri arbitri sono merito di Tavecchio. D’altronde, l’Italia è sempre in primo piano quando si tratta di innovazioni arbitrali. Vi garantisco che i nostri arbitri sono i migliori al mondo per professionalità, preparazione e talento”

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