Giusto il tempo di giocare le prime amichevoli ed Etienne Camara ha già rubato l’occhio ai tifosi. Il giovanissimo centrocampista ha qualità e non vuole deludere le aspettative. “Sento che l’Udinese è la squadra migliore in cui stare – dichiara a TV12 – Ero veramente contento quando ho saputo del loro interessamento, ho parlato col direttore e gli ho detto subito che volevo venire. È una grande opportunità per me”. La possibilità di giocare nel campionato italiano accende lo sguardo del francese: “Sono pronto per la Serie A, anche se so che sarà difficile. Non voglio affrontare un club in particolare, desidero solo giocare più partite possibile e aiutare la squadra”. Le strutture del club lo hanno “impressionato, ha tutto per mettere i calciatori in condizione di lavorare bene. Lo stadio poi è fantastico, il campo è incredibile”.

Camara ripercorre brevemente le sue esperienze calcistiche in patria e all’estero: “Ho iniziato nelle giovanili di una squadra locale a Parigi, il Torcy, poi sono passato all’Angers e a 17 anni sono andato all’Huddersfield. La scelta di partire per l’Inghilterra è stata molto importante per la mia carriera – racconta il classe 2003 – L’ho fatto per inseguire il mio sogno. Pensavo che una volta lasciato il mio paese, che è la cosa più difficile del mondo, sarei stato pronto per fare qualsiasi cosa. È stata un’ottima esperienza, lo dico con sincerità”.

All’Huddersfield ha debuttato due anni fa, ma è stato il recente rendimento in Championship che ha convinto l’Udinese a investire su di lui. “Ho giocato molte partite nella scorsa stagione. Ho incontrato anche Hassane Kamara come avversario – ricorda – La Championship è davvero dura, non hai molto tempo tra un match e l’altro, è un campionato ‘box to box’. Devi essere fisico, forte e sapere cosa fare con la palla prima di riceverla”.

Lo scorso anno è stato anche quello dei Mondiali under 20, che Camara ha disputato con la Francia. “Sono stato orgoglioso di giocare per il mio paese, era la mia prima esperienza ed è stata fantastica. Purtroppo non siamo andati lontano nel torneo, ma è stata comunque una bella avventura – dice con la speranza che non sarà l’ultima con la maglia dei Bleus – Sogno di giocare per la nazionale maggiore, devo lavorare duramente per riuscirci”.

Centrocampista di rottura in grado di favorire le ripartenze, si definisce “un playmaker. Mi piace vedere il campo aperto”. Intanto già ruba con gli occhi i movimenti di Walace, elogiato durante la conversazione: “Ha molta esperienza, mantiene la calma quando ha la palla tra i piedi e sa sempre cosa fare. Posso imparare molto da lui”. Tra le qualità che Camara si riconosce, “il buon bagaglio tecnico, la gestione del pallone, la resistenza e la corsa. Devo migliorare alcune cose, ma sto parlando col mister e lo farò. Voglio solo dare il massimo, provo a farlo ogni giorno”.

Per il tecnico Andrea Sottil nutre molto rispetto: “Trovo che sia un grande allenatore, sa esattamente cosa vuole da ogni giocatore e questa è una cosa molto buona. Siamo tutti sulla stessa pagina e sappiamo cosa dobbiamo fare”. Gli obiettivi personali da raggiungere vanno a beneficio del collettivo, per questo i suoi “sono semplici – asserisce – Vorrei migliorarmi, continuare a lavorare duro e giocare il più possibile per aiutare la squadra”.

Squadra che, fin dal suo arrivo, lo ha fatto sentire a casa grazie a “un’atmosfera è incredibile, ho parlato con tutti, sono molto amichevoli. È ottimo per ambientarsi, e poi ci sono tanti francesi”. È con loro che il neoarrivato passa più tempo: Axel Guessand, Hassane Kamara (“il più simpatico”, aggiunge), Florian Thauvin ed Enzo Ebosse. Per quest’ultimo, tornato ad allenarsi dopo un brutto infortunio, dice che “ne siamo tutti felicissimi, ci darà molto in campo”. Le partite a Uno sono frequenti nei momenti di riposo e “a vincere più spesso è Festy. Io non sono molto bravo, ma almeno non perdo sempre!”, afferma sorridendo.

Tuttavia nel tempo libero Camara preferisce “rilassarsi senza fare nulla in particolare. Dormo e guardo film o serie tv, tutto qui”. Il suo alimento preferito “è la pasta, infatti l’Italia è il posto giusto per me!”, spiega con gioia. Udine gli è piaciuta dal primo istante, perché è “molto tranquilla, il che è fantastico per fare il calciatore, ti permette di rimanere concentrato. È quello di cui c’è bisogno”. La chiusura è tutta per i tifosi: “Non vedo l’ora di incontrarli allo stadio. So che ci aiuteranno a vincere molte partite”.

FONTE e foto: Udinese Calcio

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