L’esordio dell’attaccante del Sassuolo Gianluca Scamacca in Nazionale maggiore conferma la linea verde del ct Mancini. Classe 1999, tanta umiltà e voglia di crescere, stupire e metterci tanto cuore. “Quando mi hanno detto della convocazione, venerdì, non ci credevo, pensavo fosse una convocazione nella Nazionale cantanti (ride ndr)! Quando ho visto Coverciano, il gruppo, i ragazzi, ho mentalizzato che fosse tutto vero: le emozioni sono tantissime, sono orgoglioso di essere qui e darò sempre il massimo per questa stupenda maglia”, dichiara ai microfoni ufficiali della Nazionale.

“La prima volta che ho tirato calci ad un pallone ero davvero piccolo, avevo 5 anni, cercavo di giocare con i più grandi per attirare la loro attenzione. Il gol nel derby? E’ stato il primo anche in serie A, all’esordio nella massima serie, un’emozione incredibile che porto sempre con me e ci ripenso spesso per riviverla. Il primo tatuaggio invece l’ho fatto dopo la convocazione in Nazionale, avevo 13 anni. Non ho mai pensato di farcela davvero, non mi sono mai sentito arrivato. Forse all’arrivo in serie A ho iniziato a capire qualcosa, soprattutto dopo i gol. La prima volta allo stadio è stato un Roma-Juve, non fu positivo come risultato per i giallorossi, ero piccolissimo, non capivo nulla ed ero anche molto alto all’Olimpico. Mia sorella la faccio sempre arrabbiare, anche oggi, ricordo quindi l’ultima volta”, conclude, raccontando anche un po’ di sè.

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