A Vienna è arrivata la settima sconfitta della sua gestione in 57 partite, a conferma che la storia di Roberto Mancini in Nazionale ha molte più luci che ombre. Dopo la vittoria in rimonta di mercoledì in Albania, il Ct ha riproposto il 3-4-3, ma stavolta le risposte non sono state positive: “Per adottare questo modulo bisogna essere davvero compatti. È mancata la pressione degli attaccanti e così i due centrocampisti sono andati in difficoltà, ci siamo trovati con la squadra troppo lunga e con troppi spazi. Abbiamo fatto molti errori tecnici e perso tre o quattro palloni che solitamente non perdiamo. Abbiamo avuto la prima palla gol e avremmo dovuto segnare, poi sicuramente ci hanno messo in difficoltà. Nel secondo tempo ho visto un’ottima squadra, che non ha fatto gol per poca precisione e sfortuna. Peccato aver chiuso con una sconfitta, ma non è tutto nero”.

È come sempre onesta la disamina di Leonardo Bonucci, alla sua 120ª presenza con la maglia della Nazionale: “Non siamo stati quelli di sempre, in particolare nel primo tempo. Loro hanno impostato il match sull’aggressività e ci hanno fatto male. Queste partite servono per crescere”. Il 3-4-3 deve essere ancora assimilato da una squadra che in passato ha già dimostrato di saper cambiare pelle: “Con i due centrocampisti dobbiamo essere più ordinati e noi tre di difesa dobbiamo muoverci meglio, ma ci sono dei meccanismi da provare durante l’allenamento e in questa settimana abbiamo avuto poco tempo. A questi livelli devi migliorare ogni aspetto, ma le marcature preventive sono la parte su cui abbiamo fatto più fatica, anche contro l’Albania”. Nel giorno dell’inizio del Mondiale la delusione per la mancata qualificazione è ancora forte, ma l’Italia nella sua storia ha sempre dimostrato di avere la forza caratteriale per reagire: “C’è grande amarezza – ammette il capitano azzurro – sono ferite che fanno male. Ma non possiamo piangere su quel che è stato, dobbiamo guardare avanti con la convinzione che si può costruire qualcosa di importante. Ci sono basi per un grande futuro, ci sono grandi talenti pronti a prendersi la scena internazionale”.

FONTE: Figc

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