Nell’ultima puntata di “Legends – Ci vediamo a Napoli” sono intervenuti Alessandro Renica, Raffaele Di Fusco, Gianfranco Zola, Luca Altomare e Massimo Tarantino i quali hanno fatto il punto sul momento degli azzurri tra campionato e Champions, tra ricordi e speranze. Ecco quanto evidenziato dal comunicato stampa.

ALESSANDRO RENICA

“Napoli e i suoi tifosi rimangono sempre nel cuore di chi veste questa maglia. La gara di Champions? L’Eintracht come squadra copre e marca poco, lo si è visto anche in occasione di altri gol presi, come contro il Tottenham. Sul gol di Osimhen Tuta guarda di nuovo solo la palla, anche se l’inserimento di Anguissa mette tutti in difficoltà. Il difensore però al posto di accorciare lascia spazio a Osimhen che si smarca dalla parte opposta. Il nigeriano poi va in cielo, ha fatto un gol pazzesco, da marziano. Anche in occasione del secondo gol Tuta lascia tanto spazio. Di Lorenzo e Politano peraltro hanno dei meccanismi collaudati sulla fascia destra. Meret? Ieri giocava molto alto e sulle uscite è stato bravo”,queste le dichiarazioni di Alessandro Renica alla trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.

“Il Napoli ha mille soluzioni, offre un gioco davvero spettacolare. I complimenti di Guardiola? Spalletti se l’è presa perché secondo me non vuole che la squadra sia caricata di eccessive responsabilità. Dare questo carico di responsabilità al Napoli che per la prima volta raggiunge i quarti forse sembrava un po’ troppo, Spalletti ha provato a tenere la squadra alleggerita da questo tipo di pressione. Settori giovanili? Bisogna lasciare spazio al bambino di forzare e sbagliare ma invece spesso questa cosa viene tolta, si parla di gioco di posizione ma forse un po’ troppo. Poi il discorso ovviamente è complesso. Di certo non abbiamo più gente come Zola, Baggio, Totti e Mancini”, ha spiegato Renica durante la trasmissione. Infine: “Maradona riusciva a creare un’empatia con tutti. Scontri di ieri? Bisogna accertare le responsabilità e non sparare nel mucchio senza penalizzare chi non c’entra nulla”.

RAFFAELE DI FUSCO

“La prima sconfitta in casa del Napoli, quella contro la Lazio, è stata dettata da una grande concentrazione di calciatori avversari in una zona di campo. Anche l’Atalanta l’ha fatta per un po’. Glasner ha cambiato sistema di gioco con l’Eintracht perché pensava di poter agire in quel modo. Il Napoli, come con l’Atalanta, ha fatto un po’ di fatica nel primo tempo, era pressato e quindi più lento del solito. Quando blocchi le vie centrali il Napoli però va comunque sulle fasce e i giocatori fanno danni. Il Napoli ha talmente tante armi nel bagaglio che può entrare in area come vuole”, queste le dichiarazioni di Raffaele Di Fusco alla trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.

“Meret bravo nelle uscite? Bassa e alta è differente, ieri erano tutte basse. Quella al limite dell’area è stato un intervento ottimo, gli attaccanti hanno rallentato la corsa ma lui è stato bravo. Ieri Kim ha fatto un anticipo oltre la metà campo e poi è andato al tiro, non si vede tutti i giorni questa cosa. Spalletti propone meno possesso palla e più verticalità rispetto all’anno scorso, nel secondo tempo in queste settimane il Napoli ha proposto più ritmo. Le squadre straniere non hanno il senso tattico che invece le italiane posseggono. In Italia purtroppo si è persa la cultura dei settori giovanili, molti li hanno solo perché obbligati, per rispettare le regole, non per creare i talenti, perché li prendono dall’estero! In Campania ci sono carenze di strutture, 100 bambini magari in un unico campetto”, afferma Di Fusco sempre a Legends – Ci vediamo a Napoli.

“Di Maradona non ne nasceranno più, lui e Zola hanno visto il futuro. Boskov? Personaggio particolarissimo, un grandissimo equilibratore. Una volta Agostini prese una botta e si lamentò, lui arrivò e gli spiegò di ricambiare la botta così finiva lì. Scontri? Nessuno può impedire a una persona di andare in un’altra città per vedere una partita. Spesso si viene dall’estero anche infiltrati per distruggere tutto. Nel momento in cui alla Questura arriva però la notizia di gruppo organizzato lo devi tenere d’occhio”, conclude.

GIANFRANCO ZOLA

“Gli scontri di mercoledì? Meglio parlare di calcio, il Napoli ha prodotto anche ieri un calcio di altissimo livello. L’Eintracht gioca di solito con la difesa a 3 e il Napoli aveva creato grosse difficoltà all’andata, soprattutto a centrocampo con qualità e superiorità numerica. Ieri i tedeschi hanno fatto una cosa insolita, cioè si sono sistemati a 4 dietro e con un centrocampista in più e sono andati in pressione molto alta su Lobotka e Anguissa, cercavano di fermare il Napoli nell’immediato. La squadra però si è adattata alla situazione e ha trovato i giusti accorgimenti, riprendendo a macinare e dopo il primo gol non c’è stata più partita. Un’ulteriore conferma delle qualità del Napoli, una squadra che supera le difficoltà durante la partita. I gol presi dall’Eintracht? Loro marcano la zona ma la realtà è che in quella zona bisogna marcare l’uomo. Anche Sarri occupa la zona però i giocatori occupano principalmente lo spazio perché statisticamente la palla arriva in una certa zona. Il Napoli è una squadra pensante, ha delle idee e i giocatori pensano in campo e questa è una delle cose più belle che abbia fatto Spalletti. La squadra si adegua all’avversario e questa è una grande capacità”, queste le dichiarazioni di Gianfranco Zola, leggenda del Napoli e vicepresidente della Lega Pro, alla trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.

“Guardiola e i complimenti al Napoli? Credo che fossero sinceri, lui non è la prima volta che rimarca quando delle squadre fanno del buon calcio. D’altronde non è che stia scoprendo l’acqua calda. Il fatto che la squadra stia difendendo meglio è dovuto al fatto che c’è un atteggiamento diverso, penso sia l’unica italiana che faccia un pressing così alto e questo conta tantissimo. Tolgono tempo e spazi all’avversario e quindi gli avversari hanno meno forza in attacco. Non è facile, ci vuole organizzazione. La cosa che sorprende in Champions è che ora le italiane hanno più squadre di tutti, una grande notizia per il nostro calcio. Si possono ottenere risultati anche spendendo 3 al posto di 10 e il Napoli ne è l’esempio. Il Napoli è una squadra preparata dal punto di vista tattico ma anche tecnico. Noi non stiamo però producendo giocatori in Italia da un po’ di anni, cioè quelli bravi nell’1 vs 1. Si deve cambiare un po’ mentalità e cultura: non si deve pensare solo al risultato ma alla crescita. E’ importante dare ai ragazzi il repertorio giusto per diventare calciatori”, ha affermato Zola durante Legends – Ci vediamo a Napoli

Infine, un ricordo commosso del grande Diego: “Maradona? Quello che riusciva a fare era impossibile, incredibile. A volte lo vedevo in allenamento e restavo senza parole. Faceva delle cose che non pensavo si potessero fare. Ho sempre avuto bene in mente questo concetto, non ho mai pensato di poter arrivare ai suoi livelli. Ma lui mi ha spinto al massimo per andare oltre i miei limiti e questo è stato fondamentale per me. Ho sempre cercato di spingermi oltre, pur sapendo che ciò che faceva era troppo per chiunque. Diego era grande anche per la sua umiltà ma ovunque andava si bloccava tutto, persino a Mosca! Lui era un personaggio di una generosità e di una disponibilità enormi. Scontri tifosi? Perché non farli andare direttamente allo stadio a fargli vedere la partita piuttosto osservare che ciò che è successo?”.

LUCA ALTOMARE

“Gol di Osimhen? Ha dato una frustata che gli ha permesso precisione. All’inizio il Napoli ha mostrato qualche errore tecnico ma i giocatori si sono adattati a qualsiasi difficoltà. Questa è la dimostrazione che nessuna squadra riesce davvero a far soffrire questo Napoli”, queste le dichiarazioni dell’ex azzurro Luca Altomare alla trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.

“Meret l’ho incontrato quando era alla Spal, si vedeva che era già un predestinato e che aveva una grande personalità. Penuria di talenti? Tutto inizia dalle scuole calcio, io per esempio mi occupo di progetti socio-educativi con l’AIC. Se un ragazzino lo porti subito in situazione diventa già più difficile ma partire da una base analitica agevoli il suo percorso”, ha spiegato

“La mia più grande fortuna sono stati valori che Maradona mi ha trasferito. L’ho conosciuto da giovanissimo, lui e tutti gli altri mi hanno lasciato qualcosa di bello. C’era voglia di mettersi su una strada utile per gli obiettivi da raggiungere. Sono onorato e contento di aver avuto sulla mia strada questi compagni. Il mio percorso è stato fantastico, mi hanno insegnato tanto. Ricordo che una volta Zola mi chiamò dopo la partita per andare a farci un giro: un campione chiamava un ragazzo per passare una giornata insieme. Boskov? Una volta Scarlato prese una botta in allenamento, lui gli intimò di rialzarsi: si era fratturato la tibia. Scontri? Quello che è successo ieri si deve evitare, bisogna mostrare un’immagine di Napoli pulita, si poteva evitare”, conclude Altomare.

MASSIMO TARANTINO

“L’episodio del centro commerciale? Un’esperienza orribile. Il mio intervento è stato dettato dallo spirito di sopravvivenza e protezione verso la mia famiglia. Ho approfittato di un momento di difficoltà di questa persona, l’istinto mi ha detto di provare a disarmarlo. Fortunatamente lui non ha mai reagito e questo è stato positivo, non sono mai dovuto entrare in contatto diretto con lui ma sono stati brutti secondi, l’istinto mi ha suggerito di fare qualcosa e gli ho tolto il coltello. Dopo qualche secondo ci siamo resi conto dei danni che aveva fatto, purtroppo una persona ha perso la vita e ci sono stati 5 feriti. Io tra i 50 più amati a Napoli? Potevo essere anche il numero 1000, sarebbe stato un onore comunque vestire la maglia del Napoli. Marcatura a uomo o zona? Conta molto la copertura dei centrali su certi spazi. Poi una volta che l’attaccante entra a quel punto si deve marcare a uomo”, queste le dichiarazioni dell’ex calciatore azzurro Massimo Tarantino alla trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.

Tarantino ha poi parlato del match di Champions e della cultura dei giovani: “Ieri mi sono piaciuti molto i difensori centrali ma Kim, indipendentemente dalla gara di ieri, sta mostrando uno spirito di adattamento incredibile. Altissimo livello per ora, ha sostituito Koulibaly in maniera egregia. Guardiola apprezza il Napoli perché somiglia molto alla sua filosofia di gioco, riconosce nel Napoli un po’ dei suoi concetti. La scuola di allenatori italiani è ancora grande, poi anche la capacità dei dirigenti delle tre squadre italiane in Champions conta. La difficoltà nel calcio italiano più che altro sta nella complicazione della costruzione di talenti. Tra le squadre che giocano il calcio migliore in Europa c’è sicuramente il Napoli. Settori giovanili? Ho lavorato in quest’ambito al Bologna e alla Roma, dove c’è una grande cultura in tal senso. Mi fu chiesto di creare un progetto nel quale il ragazzo era al centro di esso. Il risultato era la logica conseguenza del lavoro, non era il fine ma il mezzo. Si cercava di comprendere le esigenze dei bambini con istruttori abituati a lavorare con loro, la partita era solo uno strumento di valutazione, una sorta di compito in classe. Oggi la Roma può vantare 4-5 giocatori del settore giovanile fissi in prima squadra. Bisogna che questa squadra venga percorsa da tutti, abbiamo bisogno di ritrovare talenti e di riportare italiani nelle prime squadre. Non solo i nostri giocatori fanno fatica nelle prime squadre ma anche nel campionato Primavera”.

Infine, su Diego: “Maradona? Ho avuto l’onore di conoscerlo nel 1989 quando arrivai in azzurro, avevo 18 anni e fui catapultato in questo mondo di alieni. Per me era impossibile non volere bene a Diego, nessun compagno potrebbe mai non volergli bene. Era generoso e si prendeva cura di tutti, anche dei più piccoli. Una volta Diego si batté per me e per Zola affinché potessimo avere dei premi partita. Il carisma di Diego era incredibile, a forza di stare insieme a lui diventavi bravo, trasformava tutti. Boskov? Durante un Napoli-Lazio stavamo perdendo ma ci disse nell’intervallo di continuare così, l’allenatore dei portieri gli chiese perché e lui disse che non voleva sparare sul morto. Poi quella partita l’abbiamo vinta 3-2. L’Eintracht per quello che è successo ieri potrebbe avere responsabilità oggettiva, alcuni magari erano gruppi di tifosi organizzati, altri no. Anche a Roma ricordo di gente che aveva distrutto mezza città”.

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